Comunicato stampa presentazione Rapporto sul riutilizzo 2013

La Rete Nazionale Operatori dell’Usato presenterà il IV “Rapporto Nazionale sul Riutilizzo 2013”, realizzato dal Centro di Ricerca Economica e Sociale Occhio del Riciclone con il patrocinio morale del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
La presentazione, realizzata grazie alla collaborazione della Federazione Italiana servizi pubblici igiene ambientale – Federambiente, vedrà la partecipazione di rappresentanti istituzionali, di aziende di igiene ambientale, di esponenti del settore dell’usato e dell’ambientalismo, di tecnici e specialisti della gestione dei rifiuti.

“In seguito all’evoluzione legislativa nazionale e comunitaria, in Italia si stanno moltiplicando le azioni istituzionali a favore del riutilizzo. Nel frattempo il mercato dell’usato, in controtendenza con la crisi, continua a crescere e generare posti di lavoro. Gli operatori del riutilizzo acquisiscono forza e capacità di iniziativa e chiedono a gran voce di non essere ignorati dalle politiche pubbliche.  Il livello del dibattito  cresce esponenzialmente ed esperti in ogni campo stanno producendo studi, elaborazioni, sperimentazioni, dimostrazioni ed opinioni caratterizzati da una qualità che in passato era molto più rara. Le proposte e i modelli avanzati oggi come non mai sono oggetto di un’analisi seria che lascia poco spazio al velleitarismo e all’improvvisazione”, spiega Antonio Conti, Portavoce della Rete ONU.

“Il Rapporto Nazionale sul Riutilizzo 2013 offre un ampio resoconto dei contributi tematici più importanti e significativi dell’anno in chiusura, ed è un valido strumento di analisi e ragionamento per i decisori e gli addetti chiamati a sviluppare politiche di riutilizzo. Gli interventi dei progetti europei Life+ in questo ambito e la nascita di strumenti di misurazione sempre più precisi del contributo ambientale del riutilizzo, sono alcuni degli elementi di novità che abbiamo deciso di approfondire nel rapporto”, afferma Pietro Luppi, Direttore del Centro di Ricerca Occhio del Riciclone.

Occhio del Riciclone
mail:riusare@yahoo.it
sito:www.occhiodelriciclone.com

 

Huffington Post: Mercato dell’usato, cresce il business di “seconda mano”. Il Rapporto nazionale sul riutilizzo 2013

di Laura Eduati

Un settore in forte crescita non soltanto perché promette un risparmio, ma anche una seconda chance per coloro che hanno perso il lavoro. Il mercato dell’usato in Italia impiega almeno 80mila persone, occupate sia nella rivendita degli oggetti che altrimenti sarebbero finiti in discarica, sia nelle riparazioni di vestiti, scarpe ed elettrodomestici.

 

A rivalutare il riutilizzo degli oggetti di seconda mano non è unicamente l’impoverimento delle famiglie. Se il 48% della popolazione ammette di acquistare l’usato e il 41% pensa di continuare a farlo in misura maggiore rispetto agli anni scorsi è perché ormai è cambiata la filosofia del consumo. E infatti a dichiarare un amore incondizionato per il “second hand” sono soprattutto i giovani e le persone colte e attente all’ecosostenibilità.

Lo rivela il quarto Rapporto nazionale sul riutilizzo 2013, presentato questa mattina a Roma dall’associazione Occhio del Riciclone con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente, che addirittura quantifica per la prima volta il beneficio ambientale dell’usato: ogni negozio dedicato alla seconda mano evita l’emissione di 475 tonnellate di Co2 equivalente.

Secondo lo studio, prosperano non i classici rivenditori dell’usato (eredi degli antichi rigattieri) bensì i mercatini che accettano la merce dismessa dei privati assicurando loro una percentuale sulla eventuale vendita. Un po’ come accade su E-Bay. Ma non sarebbe il bisogno a spingere gli italiani a mettere i loro oggetti in vetrina nella speranza che qualcuno li possa acquistare: “La maggiore leva di questo successo è la dimensione ludica”, spiega il dossier. Insomma, è un divertimento che occasionalmente porta qualche euro in tasca. L’usato più in voga sono naturalmente i vestiti e l’oggettistica – ma non l’antiquariato, che soffre invece una profonda crisi – seguiti dai piccoli mobili, biciclette, libri, dvd ed elettrodomestici. L’economia del riutilizzo è più fiorente al Nord, soprattutto in Lombardia dove abbondano i punti vendita dell’usato. A dimostrare quanto sia concreta l’espansione del settore è la recente apertura a Vicenza del primo impianto concepito esclusivamente per la preparazione al riutilizzo degli oggetti.

Tuttavia non è unicamente una questione di shopping meno costoso. Riprendere in considerazione ciò che un tempo avremmo destinato al macero è un settore che fornisce un lavoro fiorente seppure spesso non riconosciuto.

Secondo la Camera di Commercio di Milano sono ormai 3283 gli esercizi commerciali dedicati, una stima però che non tiene conto dei 4mila negozi di usato in conto terzi e il sommerso: migliaia di ambulanti, bancarellari e venditori presso i mercatini che, soprattutto nelle grandi città, sopravvivono proprio grazie al commercio dell’usato senza poter emergere dalla sostanziale illegalità. Per la Rete Nazionale Operatori dell’Usato “una mappatura puntuale risulta assai problematica a causa dell’informalità alla quale è costretto il 70% delle attività in attesa di una riforma complessiva del settore”. Il dossier è però ottimista: è già operativo un tavolo presso il ministero dell’Ambiente incaricato di elaborare una “legge di riordino sull’usato”, mentre a ottobre è stato recepito il Piano nazionale per la prevenzione dei rifiuti dove il recupero degli oggetti, e non soltanto il riciclo dei materiali come vetro e carta, diventa prioritario.

Tra coloro che vorrebbero finalmente un riconoscimento formale ci sono anche i famosi ambulanti dell’usato di Porta Portese, il mercatino più celebre di Roma, ma anche i commercianti di etnia rom che in molte città si dedicano al riciclo e alla messa in vendita degli oggetti recuperati anche dalla spazzatura. A Torino, una delle città più impoverite dalla crisi e teatro in questi giorni di proteste, sempre più persone in difficoltà chiedono l’ampliamento delle Aree di Libero Scambio non professionale istituite per gli ambulanti, un progetto all’avanguardia che potrebbe essere replicato in molte città italiane. E fioriscono, soprattutto a Milano e Roma, le esperienze di cassintegrati e disoccupati che hanno inventato un lavoro nel riutilizzo . O anche stilisti che utilizzano materiali e stoffe di seconda mano per l’upcycle e cioè la trasformazione dei rifiuti in cose di valore.

Per i curatori del rapporto, finalmente gli italiani smettono di vergognarsi di vendere, comperare e usare oggetti un tempo appartenuti a qualcun altro. Una ritrosia che non trova corrispondenze negli altri Paesi europei, dove da molto tempo il “second hand” è considerato naturale e vantaggioso. La tendenza al riutilizzo è d’altronde globale, se pensiamo che il fatturato planetario di Ebay – il mercatino dell’usato online – supera quello di Amazon: 75 miliardi di euro contro 61,09.

Fonte: Huffington Post

 

Di cinzia