L’Agenzia, che dovrebbe essere un faro per il Paese in fatto di “sviluppo sostenibile“, quando si tratta di adottare per se stessa le buone pratiche tradisce la propria missione e si ripiega nella più miope gestione ragioneristica. E’ questo il caso del recente bando per il servizio mensa pubblicato al massimo ribasso invece che adottando i criteri dell’offerta economicamente più vantaggiosa propri del Green Public Procurement che l’ENEA stessa promuove e ha collaborato a definire.

L’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA), è per legge finalizzata “alla ricerca e all’innovazione tecnologica nonché alla prestazione di servizi avanzati nei settori dell’energia, con particolare riguardo al settore nucleare, e dello sviluppo economico sostenibile”. L’ENEA è stata uno dei principali attori per il processo che ha portato agli” Stati Generali della Green Economy” (Rimini 2012) che hanno mostrato come la sfida dell’ambiente possa divenire fattore di innovazione e competitività. Lo sviluppo sostenibile, coniugato nel caso italiano, vuol dire innanzitutto corretta alimentazione in sintonia con l’ambiente e le tradizioni locali. Non a caso siamo la patria di Slow Food e di tante esperienze che ci vengono internazionalmente riconosciute come eccellenze. Citiamo come la Comunità Europea abbia posto a Parma l’Agenzia per la Sicurezza Alimentare o come l’expo Milano 2015 sia intitolato “Nutrire il Pianeta, Energia per la vita“.

Che la Pubblica Amministrazione possa concorrere grandemente ad orientare il mercato verso soluzioni più sostenibili è noto da tempo. Lo strumento essenziale per questo scopo sono i criteri ambientali da inserire nei bandi di acquisto ricorrendo alla offerta economicamente più vantaggiosa. Elencando cioè i criteri di valutazione dell’offerta che, nel caso del GPP (Green Public Procurement o, in italiano, Acquisti Verdi della Pubblica Amministrazione), includono naturalmente requisiti di sostenibilità.  Il Ministero dell’Ambiente emana decreti che contengono, per i vari casi, dall’acquisto di beni a quello più recente dei servizi, i Criteri Ambientali Minimi da adottare.    La stesura dei Criteri Ambientali Minimi richiede naturalmente consultazioni delle parti interessate e il sussidio di esperti dei vari settori con particolare attenzione alle conseguenze ambientali delle singole opzioni. Per questo l’ENEA da anni supporta con i propri esperti  il Ministero dell’Ambiente in questa opera.

Purtroppo però nel momento di effettuare i propri acquisti l’ENEA si dimentica di tutto e offre l’immagine di una struttura non in grado di svolgere degnamente la propria missione. Certo l’Agenzia è da anni commissariata e gestita con una logica del “giorno per giorno” senza una chiara adozione delle priorità che la legge assegnerebbe all’ENEA, in particolare nel settore ambiente e sviluppo sostenibile.  La scelta dell’adozione del bando al massimo ribasso è stata fatta ignorando qualsiasi buona pratica anche nelle relazioni sindacali. La Rappresentanza Sindacale Unitaria (RSU) non è stata interpellata ed è stata informata del bando solo a cose fatte. La reazione per fortuna non si è fatta attendere. La mobilitazione è riuscita a  trovare eco nella interrogazione parlamentare che  lasciamo al lettore per completare il quadro della situazione.

 

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